
Quando una persona cara viene a mancare, da un punto di vista prettamente economico/finanziario, è importante sapere che non si eredita solamente tutto ciò che è presente nell’attivo patrimoniale del defunto, come spesso si crede, ma si ereditano anche i debiti.
Per questo motivo, perciò, quando ci si trova di fronte ad un’eredità, prima di accettarla, è bene capire di cosa si tratta e ponderare tutto ciò che di positivo si possa ereditare – beni mobili ed immobili, crediti, liquidità, etc. – avendo pure contezza degli eventuali debiti contratti dal defunto quando ancora era in vita e che persistono anche dopo la sua morte.
Fino a quando l’eredità consiste in soli componenti positivi di reddito, nessun problema, anzi, ben venga se il defunto lascia in eredità al coniuge, ai figli o ai nipoti, immobili o risparmi di una vita. Al contrario, i problemi potrebbero sussistere quando il lascito ereditario consiste perlopiù in debiti. La legge (art. 754 del Cod. Civile) prevede che dopo la morte, una volta accettata l’eredità, dei debiti del defunto ne rispondono gli eredi in proporzione alla quota ereditaria stabilita per ciascuno di essi.
Questo vale sia se si tratta di debiti verso banche e/o finanziarie, sia nel caso di pendenze nei confronti di creditori privati per acquisto merci insolute o per avere beneficiato di prestazioni di servizi non pagati. Stesso discorso vale per i debiti nei confronti dello Stato per tasse, bolli auto, contributi e altri oneri insoluti.
L’unica eccezione prevista a questa regola riguarda alcuni tipi di debiti, che essendo strettamente legati alla persona defunta, per la loro stessa natura non si trasmettono agli eredi. Fanno parte di questa categoria per esempio le multe per violazione del Codice della Strada o sanzioni per violazioni amministrative.
Quando ci si trova di fronte ad una situazione debitoria poco chiara, in via cautelativa è bene accettare l’eredità ma con beneficio di inventario (art. 490 Cod. Civile). Questa procedura è da considerarsi come un giusto compromesso fra l’accettazione dell’eredità (con tutti i rischi ad essa connessi) e la sua rinuncia. In questo caso viene fatta dapprima un’indagine sulla situazione patrimoniale e finanziaria del defunto, e solo dopo essersi accertati del lascito ereditario, si valuta la convenienza o meno ad accettare l’eredità.
In questo modo l’erede ha la possibilità di ponderare le proprie scelte. Inoltre, un altro aspetto positivo dell’accettazione dell’eredità con beneficio di inventario è che si viene a creare una vera e propria distinzione, fra patrimonio del defunto e patrimonio dell’erede. In pratica, la procedura prevede che l’erede risponderà dei debiti del defunto solo con il patrimonio ereditato da quest’ultimo, senza correre il rischio che il suo patrimonio personale possa essere aggredito dai creditori. Resta in ogni caso inteso che accettando l’eredità con beneficio di inventario, l’erede al contempo accetta i beni e crediti della persona deceduta.Nei casi in cui, invece, l’erede è già al corrente della situazione del defunto ed è certo che il lascito consiste in soli debiti di vario genere, è consigliabile, al fine di evitare l’accollo di debiti altrui, rinunciare all’eredità. Lo stesso dovranno poi fare gli eredi di grado successivo. In questo modo, i debiti moriranno col debitore defunto ed eventuali creditori non potranno avere nulla a pretendere nei confronti degli eredi.
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